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Mentre Morivo Podcast puntata #36 – La Morte di Karlie Gusè

“Mio padre era solito dire che la ragione per vivere era prepararsi a restare morti molto a lungo”. Questo fa dire alla protagonista William Faulkner nel suo romanzo “Mentre Morivo”, ma le storie che voglio raccontarvi non sono purtroppo letteratura. Mentre Morivo Podcast è lo spazio in cui vi parlo di donne che sono state uccise per mano di chi voleva vederle zitte e buone. Donne che non hanno mai ottenuto giustizia, le cui storie sono ancora avvolte dal mistero e rischiano di andare dimenticate.
Questa è la nuova stagione, ed è sempre scritta e narrata da me, Marica Esposito, con l’editing di Stefano DM e in collaborazione con Spreaker Prime.

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Trascrizione del Podcast

È una giornata di inizio ottobre particolarmente calda, perfino per essere a Mono County in California. Fuori dalla centrale lo sceriffo Ingrid Braun ha organizzato una conferenza stampa, c’è un banchetto in legno su cui svetta la tipica stella a sei punte del dipartimento, dietro di lei stazionano anche un paio di investigatori. La donna si avvicina al microfono e chiede se funziona tutto, se si può iniziare, il sole colpisce la bandiera americana che ha cucita sul petto. Alle sue spalle si vede un grande manifesto con sopra scritto “Have you seen?” l’avete vista? La foto ritrae una ragazza sorridente, i capelli lunghi biondo cenere con la fila in mezzo, sorride davanti a uno sfondo blu, probabilmente è stata scattata per l’annuario scolastico. Dopo un breve discorso lo sceriffo Braun conclude dicendo che le ricerche non si fermeranno, anche se è passato un anno dalla scomparsa della ragazza sono speranzosi di trovarla viva. Poi parla Lindsey Fairley, la mamma, infine su quel banco salgono anche il padre Zach Gusé con la nuova moglie, Melissa, e un investigatore dell’FBI.

Stanno tutti cercando Karlie Gusé, di cui non si hanno notizie dal 13 Ottobre 2018.

Lindsay e Zachary si conoscono al college, si innamorano e si sposano giovanissimi, rimangono insieme qualche anno, giusto il tempo di dare alla luce un maschietto, Kane, e una femminuccia, Karlie Lain. Karlie nasce il 13 Maggio 2002, occhi azzurri e un carattere da subito dolce e solare. A pochi anni di vita i suoi divorziano, viene così affidata insieme al fratello alla mamma che adora, ma fa visita regolarmente al padre Zach, che nel frattempo si sposa con Melissa. I due avranno negli anni altri due bambini, e all’apparenza la vita della famiglia allargata è tranquilla: tanto che quando Lindsay decide di trasferirsi in Nevada, Karlie chiede di rimanere con Zach, a Mono County. Vivono in una villetta a White mountain Estates, nella Chalfant Valley: è una zona rurale della California, a sovrastare le poche case della zona ci sono le montagne e tutt’intorno deserto.

A questo punto della storia Karlie ha appena compiuto 16 anni, frequenta la Bishop High School e dà una mano a lavoro alla sua seconda mamma, Melissa. Gli amici la adorano perché ha uno spiccato senso dell’umorismo e fa amicizia senza troppi problemi, da un po’ ha perfino fatto la pazzia di mettersi un piercing al naso. È un’adolescente come tante e anche a casa tutto sembra andare per il meglio. Per questo quello che succede la notte del 12 ottobre 2018 lascia tutti esterrefatti. Quel venerdì Karlie chiede il permesso a Melissa di andare a scuola per assistere a una partita di football, si veste come al solito ed esce, con la promessa di risentirsi dopo qualche ora. Ma Karlie non va a scuola, si ferma invece a casa di alcuni amici ad ascoltare musica e fumare erba, è insieme al suo fidanzato Donald.

Intorno alle 20 Melissa la chiama sul cellulare per chiederle se ha bisogno di un passaggio per tornare a casa ma lei rifiuta, sembra tranquilla, eppure gli amici diranno che dopo alcuni minuti ha iniziato a stare male. Karlie sembra avere un attacco di panico, è terrorizzata dall’idea che qualcuno la stia controllando attraverso il cellulare, guarda Donald come se non lo riconoscesse, lo spinge via spaventata e si spaventa perfino della musica che esce dalle casse.

Passa mezz’ora e Melissa riceve una telefonata: “Ho cambiato idea, vieni a prendermi ma fai in fretta perché ho paura.” Di chi o cosa avesse paura Karlie non è mai stato chiarito, alla festa ha quasi certamente fumato cannabis o più probabilmente hashish e uno dei loro effetti collaterali può essere la paranoia: il THC, la componente psicoattiva, in certe circostanze e su soggetti predisposti e vulnerabili manda in effetti impulsi negativi al cervello, soprattutto in contesti molto rumorosi come quello in cui si trovava la ragazza. In poche parole ci si sente travolti in modo irrazionale dalla paura e qualsiasi situazione consueta può sembrarci pericolosa.

Melissa e Karlie si danno appuntamento in un parcheggio ma quando la donna arriva non c’è nessuno ad aspettarla. Lei continua allora a girare in tondo con la macchina finché non nota una luce, è Karlie che sta correndo verso l’auto con la torcia del cellulare acceso: sembra terrorizzata, ha il volto bianchissimo e le pupille dilatate. A questo punto entrambe le famiglie di Karlie sanno che ogni tanto fuma delle sostanze stupefacenti, ma non così frequentemente e mai con questi effetti collaterali.

Una volta a casa trovano Zach ad aspettarle, è insieme agli altri due figli: la ragazza è al sicuro, può mettersi a dormire e dimenticarsi della brutta serata. Tutto bene, allora? No, perché la mattina dopo la sua camera è vuota e di lei si perdono le tracce.

Alle 7 del mattino Melissa si sveglia, ha dormito sulla poltroncina di fianco al letto di Karlie, ma lei non c’è, si precipita al piano di sotto e la porta di casa è spalancata. La coppia di genitori dà quasi subito l’allarme alla polizia, eppure telefonano a Lindsay solo intorno alle 10. Lei, in un’intervista, dirà che ha subito pensato al peggio perché Zach le dice “Karlie is gone”. È un verbo particolare da usare in una circostanza del genere, perché fa subito pensare alla morte. “gone” è semplicemente un modo di utilizzare il verbo andare, ma a seconda del contesto e del tono di voce può assumere una connotazione più drammatica. Perché il padre non ha semplicemente detto “she’s disappeared?” “è sparita?”.

Una volta arrivati in centrale, comunque, la situazione si aggroviglia sempre di più davanti agli occhi dello sceriffo Braun. La sedicenne è stata a una festa, ha fumato forse hashish o ha preso qualche altra sostanza, sembra abbia avuto una crisi paranoide e poi è sparita nel nulla, ma la nottata non è stata tranquilla: una volta tornata a casa, Karlie, non ha voluto toccare cibo. Melissa le prepara un’insalata, ma lei è categorica “quel cibo l’avrebbe uccisa”. Poi si mette a scrivere per ore sul suo diario. È ancora terrorizzata da qualcuno o qualcosa. La situazione, dalle parole dei genitori, sembra così assurda che a un certo punto la riprendono in video, sono circa le 11 di sera. La loro intenzione è quella di far vedere a Karlie, una volta smaltita la droga, di che effetto avesse su di lei, così da dissuaderla per sempre. Ma perché non la portano al pronto soccorso, né avvertono un medico?

Per la madre Lindsay questa circostanza è sospetta: il video non è mai stato mostrato al pubblico, ma in un’intervista racconta che la figlia chiede più volte di chiamare il 911, supplicando aiuto a Melissa. Aiuto che apparentemente non le viene dato. La donna si addormenta vicino a lei leggendole la Bibbia, poi dice di essersi svegliata e non aver più trovato Karlie.

È vero che l’assunzione in alte dosi di THC può portare a questi fenomeni anche violenti, eppure il suo effetto è transitorio e dovrebbe svanire nel giro di 3 o 4 ore, allora perché Karlie all’1 del mattino scrive al fidanzato Donald di pregare per lei?

Passano pochi giorni dalla scomparsa di Karlie e la famiglia allargata si spezza definitivamente: da un lato ci sono Melissa e Zach, che sostengono di non aver minimamente idea di dove sia finita la ragazza, dall’altra Lindsay, la mamma biologica, li accusa apertamente di star nascondendo qualcosa. Sul verbale della polizia Melissa riporta infatti una versione diversa da quella che le ha raccontato fino a quel momento: fa scrivere di essere andata a dormire intorno a mezzanotte, mentre Karlie si trovava nel suo letto. Alle 5:45 si era alzata per andare per andare a controllare la situazione, ed effettivamente Karlie era ancora lì. Quindi si era riaddormentata ma intorno alle 7 del mattino la stanza della ragazza era vuota e la porta di casa spalancata, quindi era andata a svegliare Zach e gli aveva urlato: “Karlie non c’è più. Non è nel suo letto, non è fuori, non è da nessuna parte.”

Al di là delle versioni contrastanti, Karlie davvero non c’è e il suo cellulare è rimasto sul comodino e quale adolescente uscirebbe di casa senza avere con sé lo smartphone? Melissa e Zach la cercano in macchina, la zona è piuttosto isolata e desertica, per questo serve subito l’aiuto della polizia: lo sceriffo dirama l’avviso di scomparsa e gli avvistamenti non tardano ad arrivare.

Richard Eddie, un professore, riferisce di aver visto una ragazzina con i capelli lunghi camminare davanti casa sua tra le 6:30 e le 6:45 del mattino: indossava una maglietta e dei pantaloni grigi. I genitori però non hanno mai fornito una descrizione precisa sull’abbigliamento, dichiarando che Karlie aveva troppi vestiti nell’armadio ed era impossibile ricordarseli tutti. Ma c’è di più, il particolare che gli aveva fatto notare la ragazza era il fatto che sventolasse un foglio di carta e guardava il cielo come se fosse spaesata. Richard fa mettere a verbale anche che verso le 8 del mattino una donna – presumibilmente Melissa – aveva bussato alla porta chiedendogli se avesse visto una ragazza, per questo le comunica subito l’avvistamento e anche lui sale in moto per andare a cercarla. Contemporaneamente si fa avanti Kenneth Dutton, avvocato in pensione, anche lui dice di aver visto una ragazza molto giovane camminare sulla superstrada sventolando un figlio di carta. Infine, un altro testimone che stava lavorando alla legna, senza conoscere gli altri due, concorda sulla questione: ha visto Karlie sulla Highway 6 a sud di Sierra View Road, alle 7 del mattino.

Anche se Lindsay è convinta che qualcosa di brutto sia successo tra le mura di casa della villetta della famiglia Gusé, la polizia prende per buoni gli avvistamenti, sono testimoni credibili che riferiscono tutti la stessa cosa, per questo non sospettano mai né di Zach, né di Melissa.

Passa un anno senza avere nessun altro indizio o avvistamento, Karlie a questo punto sembra svanita nel nulla e l’11 ottobre del 2019 lo sceriffo Ingrid Braun organizza la conferenza stampa e sale sul banchetto. Le indagini, dice, non sono riuscite ad andare molto oltre ma stanno ancora cercando la ragazza viva, insieme all’FBI che chiede tutto l’aiuto possibile da parte dei cittadini offrendo 5000 dollari per qualsiasi informazione utile. Sono sicuri che qualcuno abbia visto o sappia qualcosa sulle sorti di Karlie. La famiglia, invece, alza la cifra a 17,500 dollari. Nessuno si è mai fatto avanti, finora.

È possibile che sia morta quella stessa sera e i genitori abbiano cercato di nascondere il corpo per paura di subire ripercussioni, o è più probabile che sia scesa in strada e abbia accettato un passaggio da qualcuno che le ha fatto del male? La superstrada dove presumibilmente viene avvistata per l’ultima volta è una tratta frequentata al mattino principalmente da camion e tir. O, ancora, può aver avuto un malore lungo la strada ed essere finita in una zona isolata del deserto, senza essere più ritrovata?

Il 14 maggio 2022, nel giorno del suo ventesimo compleanno, l’associazione nazionale americana per i bambini scomparsi o abusati ha rilasciato una foto di come Karlie apparirebbe ora: una ragazza sorridente e felice, il destino che la aspettava, se quel venerdì di cinque anni fa, qualcosa fosse andato diversamente.

Se senti di essere in una situazione di pericolo chiama il 1522, il numero nazionale antiviolenza e stalking.

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Fonti

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