“…mio padre era solito dire che la ragione per vivere era essere pronti a restar morti molto a lungo”. Questo fa dire alla protagonista William Faulkner, nel suo romanzo “Mentre Morivo”. Le storie di questo podcast – contrariamente al titolo – non sono letteratura. Sono le vite rumorose, colorate, scompigliate, ordinarie e straordinarie di tante donne. Donne uccise a cui non è stata fatta giustizia, almeno fino ad oggi. Ve le racconto io, Marica Esposito, in questa terza stagione, con l’editing di Stefano DM, in collaborazione con Spreaker Prime.
MENTRE MORIVO è un podcast scritto e narrato da Marica Esposito con l’editing di Stefano DM.
Trascrizione del Podcast
Nei primi mesi del 2015 in una caserma dei carabinieri di un piccolo paesino toscano, si analizzano i cellulari e il computer di un uomo indagato per omicidio. All’interno ci sono foto esplicite di donne, addirittura di una suora, diverse chat con sex workers e visite continue a siti vietati ai minori. Nulla di cui scandalizzarsi troppo, eppure i periti si lanciano sguardi atterriti e sconcertati, perché il materiale appartiene al vice parroco della parrocchia di Ca’ Raffaello e l’uomo è accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia.
A ben vedere, Ca’ Raffello, è sì una località Toscana, ma si trova circondata dall’Emilia Romagna e fino al 2009 era addirittura nelle Marche: è infatti un’exclave, cioè un territorio che appartiene a una regione, ma che si trova geograficamente da tutt’altra parte. È una piccola frazione di Badia Tedalda immersa nel verde con una manciata di cittadini, neanche 300, a spartirsi le poche case. Non c’è un negozio di alimentari, ma una canonica con di fianco una chiesa di pietra chiara che si staglia alla fine di una strada larga circondata da alberi. Sul muro a sinistra adesso campeggia una scritta fatta con una bomboletta spray rossa, la scritta dice “nightclub”, con una freccia a indicare l’ingresso della chiesetta. Guerrina Piscaglia si è sposata lì, ma quasi trent’anni fa, quando quella scritta nessuno se la sarebbe mai immaginata: abito bianco con le maniche a sbuffo, e un’acconciatura raccolta che le cade più lunga sulla spalla destra, ha 25 anni e dice sì a Mirko Alessandrini, di qualche anno più giovane. Guerrina e Mirko passano i primi anni della loro vita insieme con la semplicità tipica di un paesino di campagna, pochi soldi e tanti sorrisi. Il sogno in realtà si spezza quasi subito, una gravidanza non va a buon fine, poi nasce un figlio, ma ha una disabilità molto grave e se Guerrina accoglie queste difficoltà con tenacia, Mirko inizia a sfogare la tristezza sull’alcol e perde il lavoro. È il suocero che per molti anni si trova costretto a pagare le bollette e un po’ di spesa alla famiglia.
Così la salute mentale di Guerrina si aggrava, ma come spesso succede chi le è accanto nota solo il cambiamento fisico: il viso più rotondo, gli abiti più larghi, i capelli tagliati corti per gestirli più facilmente. In paese le voci corrono malevole: è una solitaria, dicono, una donna triste, non si cura, non ama la vita sociale. Eppure Guerrina ha solo bisogno di essere vista. Succede di colpo nel 2013, quando la vita a Ca’ Raffaello diventa all’improvviso frizzante, arrivano in paese delle facce nuove. Sono quelle di tre frati congolesi mandati dalla diocesi aretina per gestire la canonica e ripopolare la chiesetta da tempo quasi abbandonata: la donna non se lo fa ripetere due volte, anche perché in particolare il vice-parroco, Gratien Alabi, che si presenta come padre Graziano, va a bussare alla porta di tutti i parrocchiani per conoscerli e invitarli a messa. L’uomo ha poco più di quarant’anni, i capelli neri rasati e il pizzetto, sotto l’abito talare spunta una pancia prominente: a padre Graziano, così come a Mirko, piace bere e i due si mettono subito d’accordo per passare qualche serata insieme. Dopo qualche giorno il marito di Guerrina è di fatto il tutto fare del don. Gli lava la macchina o lo accompagna a far messa, una bella fortuna, visto che ormai è disoccupato da tempo.
Un paio d’anni dopo padre Graziano viene arrestato, sul muro adiacente la chiesa appare la famosa scritta, ma soprattutto: Guerrina sparisce nel nulla. Cosa succede a Ca’ Raffaello in quella manciata di mesi?
Il mistero sulla sorte della donna, appena cinquantenne, inizia il primo maggio 2014, quando i famigliari ne denunciano la scomparsa. Durante quella giornata di festa Guerrina era stata a pranzo dai suoceri, ma prima si era fatta fare la tinta dalla cognata e si era vestita con cura, in modo elegante, forse troppo per un appuntamento di famiglia. Si era svegliata di buon umore, ma già alle 11:30 succede qualcosa. Guerrina riceve un SMS mentre parla con un’amica edicolante, diventa nervosa, e le dice che la giornata sarebbe stata tremenda, che sarebbe voluta sparire. Comunque il pranzo si svolge come al solito e alle 14:30 la donna si allontana per la solita passeggiata: un’abitudine che aveva preso negli ultimi mesi, quando le era venuto in mente di perdere qualche chilo. La suocera la vede dalla finestra allontanarsi sulla strada per la canonica, ma alle 20, con la cena che si raffredda sul tavolo e nessuna notizia di Guerrina, dà subito l’allarme. In realtà quel giorno viene avvistata altre due volte: due testimoni confermano che Guerrina sta camminando su quella strada intorno alle due del pomeriggio, e sempre a quell’ora un ex postino ricorda di averla vista seduta su un muretto. Le ricerche iniziano, ma un po’ a rilento, agli inquirenti il profilo della donna sembra quello di una persona che volentieri si sarebbe allontanata dalla propria vita per farsene un’altra: un figlio disabile, un matrimonio in frantumi, forse una nuova relazione all’orizzonte per cui aveva deciso di farsi bella, con cui voltare pagina e lasciarsi alle spalle quel paesino senza futuro.
Anche Mirko per un po’ ci crede, a mettergli la pulce nell’orecchio è proprio il suo adorato Padre Graziano, che a poche ore dalla sparizione della moglie gli dice che probabilmente è scappata con un marocchino, un venditore che ogni tanto si ferma in paese. A Ca’ Raffaello si parla, viene fuori che una parrocchiana, solo una manciata di giorni prima, aveva scritto alla curia vescovile di Arezzo per raccontare dello strano carattere del frate: troppo esuberante, ma soprattutto troppo disponibile con le donne che frequentano la chiesa. Fa esplicitamente menzione di una potenziale relazione tra padre Graziano e Guerrina. Continuando a indagare sul caso, gli investigatori decidono di vederci chiaro e iniziano dai tabulati telefonici: se Guerrina è viva, avrà di certo lasciato qualche traccia.
E le tracce in effetti ci sono: quel primo maggio la donna pare aver inviato diversi SMS, di cui uno alla suocera. Un fatto strano, perché in tanti anni di conoscenza non era mai successo. Nel messaggio Guerrina scrive, con diversi errori grammaticali, di essersi allontanata a causa del marito, ma che sarebbe poi tornata a prendere il figlio. Ma c’è una cosa che salta subito all’occhio: nei mesi precedenti la scomparsa c’è una lista infinita di contatti con una sola persona: padre Graziano. I due si sentono in continuazione, le telefonate e gli SMS iniziano la mattina presto, per finire a sera inoltrata, sono più di 4000 gli scambi tra i due. L’ultimo, la mattina del primo maggio. Guerrina scrive al frate: “Vengo da te, cucino il coniglio e poi facciamo l’amore.”, la risposta di lui è gelida: “Il coniglio me l’ha già cucinato un’altra signora”. Poi ci ripensa, e alle 13:45 ribatte: “La porta della canonica è aperta”. A questo punto è chiaro, il frate è probabilmente l’ultima persona ad aver visto Guerrina Piscaglia viva.
Quando l’uomo viene arrestato, nel 2015, finalmente la matassa inizia a sbrogliarsi: una volta interrogato conferma di aver avuto una relazione con Guerrina, ma lei si era fatta troppo insistente per i suoi gusti. Nelle ultime settimane lo pressava, voleva scappare con lui, fare un figlio insieme, gli chiedeva di vedere solo lei ed era gelosa delle altre che troppo spesso vedeva entrare e uscire dalla canonica. A chi indaga sembra incredibile: il movente è servito su un piatto d’argento, ma la confessione non arriva e il corpo non si trova. Ma il religioso dov’era il 1 maggio 2014? Gli orari, in questa storia, sono cruciali e a segnarli nero su bianco sono i cellulari, gli stessi con cui l’uomo aveva pensato di poter allontanare da sé i sospetti. Alle 14:34 padre Graziano è sullo stradone della canonica, a dirlo è una donna che si è intrattenuta a parlare con lui una decina di minuti, ed è così precisa perché in quegli istanti riceve un messaggio. Alle 14:50 si sposta verso la chiesa, si incontra con Mirko Alessandrini che gli consegna le chiavi dell’auto che era passato a prendere quella mattina, l’aveva lavata in cortile proprio dopo pranzo, quando Guerrina stava uscendo. Mirko deve accompagnare il frate ad officiare un funerale, e mentre il vice-parroco torna dentro per cambiarsi d’abito, lo aspetta sul sagrato fumando una sigaretta. I due, a quel funerale, distante solo una decina di chilometri, arriveranno in ritardo di oltre venti minuti.
Il primo dei tre processi che vedranno Padre Graziano imputato per omicidio e occultamento di cadavere inizia a quasi due anni dalla scomparsa di Guerrina. Secondo i PM la donna è stata uccisa proprio in canonica intorno alle 15 del 1 Maggio 2015: è andata lì entusiasta di passare con il frate qualche ora d’amore, ma lui si era tirato indietro e Guerrina, disperata, gli aveva confessato di una gravidanza. Lei non era incinta, solo due mesi prima era stata ricoverata e aveva fatto quindi le analisi del sangue, ma non potendolo sapere, e messo all’angolo, padre Graziano l’avrebbe uccisa. A quanto emerge dalla ricostruzione tutto si è svolto in una manciata di minuti, quando Mirko ha bussato in canonica e lui con la scusa di cambiarsi d’abito l’ha fatto aspettare fuori. Nel frattempo ha quindi nascosto Guerrina alla bell’e meglio ed è partito per il funerale.
A metà tragitto si è inventato di aver dimenticato un libro, così ha chiesto a Mirko di tornare indietro: in realtà ha prelevato dal corpo il cellulare della donna, e questo spiega non solo il ritardo, ma anche i messaggi sgrammaticati che in quelle ore sono partiti dal cellulare di Guerrina. È bastato controllare le celle telefoniche per accorgersi che i cellulari dei due agganciavano sempre le stesse, come se fossero nelle mani di un’unica persona. A sera, quello stesso giorno, si è preoccupato di occultare definitivamente Guerrina.
Ma dove? E aiutato da chi? È stato fin troppo spesso sottolineato che la donna non era di corporatura esile, un fatto cruciale solo per capire che il frate non può aver fatto tutto da solo, ne sono convinti anche i famigliari.
Durante i dibattimenti il frate è stato descritto dalle perizie come un soggetto con tratti narcistici di personalità, egocentrato e solito manipolare gli altri: avendo un’idea grandiosa di sé ha pensato che sarebbe stato facile sbarazzarsi di Guerrina, diventata per lui solo un impiccio, e uscirne pulito. Eppure il modo in cui ha provato ad allontanare da sé i sospetti è stato invece un vero e proprio autogol, il caso più eclatante riguarda un’amica di Guerrina. A pochi giorni dalla sua scomparsa aveva invitato a casa l’ex parroco di Ca’ Raffaello, confessandogli di sapere che Guerrina fosse perdutamente innamorata di padre Graziano. Il don ha riferito subito la cosa al frate congolese, e il giorno dopo sul cellulare della donna è arrivato, puntuale, un messaggio inviato dal telefono di Guerrina, a questo punto scomparsa da 10 giorni. Nell’SMS, scritto in un italiano sgraziato, Guerrina accusa l’amica di averla tradita e si preoccupa di scagionare il frate dall’accusa: l’amica a questo punto porta il messaggio al Vicario Generale della curia di Vicenza. L’uomo le sconsiglia di denunciare la cosa ai carabinieri, un’azione che potrebbe aver rallentato le ricerche e che avrebbe potuto portare da subito alla chiusura delle indagini e forse al ritrovamento del corpo.
Anche se nel 2020 le luci sul caso si sono riaccese a causa del ritrovamento di alcune ossa in una grotta, le ricerche non hanno dato il risultato sperato: erano di origine animale.
Nel 2022 le sorelle e le nipoti di Guerrina hanno intentato causa alla Curia di Arezzo e all’ordine religioso di cui Padre Graziano faceva parte. Lui, che continua a dichiararsi innocente, è stato infine espulso dall’ordine premostratense, ed è ora un uomo laico. Nonostante la condanna definitiva a 25 anni non ha mai dato informazioni ai famigliari su dove lasciare un fiore per Guerrina. Lei – che voleva solo essere guardata – è stata, infine, nascosta per sempre.
Mentre Morivo – storie misteriose di donne uccise, è un podcast Spreaker Prime di Marica Esposito, con l’editing di Stefano DM. Fonti e trascrizioni sono sul sito italiapodcast.it . Segui il podcast su Instagram e lascia una recensione sulla tua app di ascolto preferita. Se non ne hai ancora abbastanza di crimini, continua l’ascolto con NAP: Non un altro podcast true crime.
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